Lunedì 16 gennaio, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano ha ospitato l’evento Black and White and More, durante il quale è stata presentata ufficialmente la nuova “brand image” della Juventus FC.
Black and White and More: una serata da ricordare
Un cambio look fortemente voluto da tutta la società bianconera, alla ricerca di uno storytelling diverso e innovativo, che potesse adattarsi ad una realtà globalizzata come quella attuale ed essere apprezzato, al tempo stesso, da tifosi ed estimatori di ogni provenienza e cultura.
“Gestire il brand di Juventus significa salvaguardarne i 120 anni di tradizione riuscendo al contempo a guardare al futuro: molte squadre vivono nel passato, dimenticandosi di essere anche aziende da proiettare nel domani” aveva dichiarato Silvio Vigato, Head of Brand, Licensing and Retail e Co-Chief Revenue Officer di Juventus.
Per queste ragioni è stata indetta una gara tra diverse agenzie, sia italiane che estere, chiamate a rispondere ad una semplice domanda: “Stiamo andando lì, come ci vestiamo?”
Non chiamatelo re-branding
Non un’operazione di re-branding quindi, non si è voluto cambiare un logo perchè aveva improvvisamente smesso di piacere; piuttosto l’inizio di un percorso lungimirante e orientato al futuro, volto a comunicare la costante crescita sportiva e soprattutto commerciale della società bianconera.
Come detto dallo stesso Vigato “Il cambio del logo è un po’ come il cambio d’abito: lo si fa per adattarsi a una nuova realtà, per veicolare un nuovo messaggio. Un messaggio che parla non tanto di cambiamento quanto di comprensione del mondo circostante, a cui necessariamente consegue la necessità di evolversi, di ampliare il brand in diversi mercati e in diversi Paesi”.
L’evoluzione del logo Juventus, dal 1897 ad oggi
“Abbiamo ricevuto da Juventus il mandato di provare a essere come loro: coraggiosi, senza compromessi, votati all’eccellenza.” ha spiegato Manfredi Ricca, Chief Strategy Officer EMEA & LatAm di Interbrand, l’azienda che si è aggiudicata il bando. ”Non serviva un semplice ritocco, un’operazione di cosmesi. Serviva arrivare al cuore dell’essenza Juventus, facendo raccontare al brand l’espansione verso cui la società è proiettata. Tutto ciò mantenendo l’equilibrio tra il rispetto per i tifosi e la visione che la società ha per il futuro”.
La presentazione della nuova brand image della Juventus
Il Logo: identità, carattere e storia
Il nuovo logo è formato da 3 elementi che costituiscono il DNA della Juventus:
1) le strisce bianconere, che diventano qui il tema comunicativo della nuova identità visiva, declinato e interpretato su qualsiasi interfaccia.
2) lo scudetto, stilizzato, che rappresenta la determinazione con cui il Club ha sempre perseguito, e sempre perseguirà, la vittoria.
3) la J, iniziale distintiva, cara ai tifosi ma soprattutto all’Avvocato Giovanni Agnelli: “Mi emoziono ogni volta che vedo sui giornali una parola che inizia per J”.
Questi tre elementi fusi in un simbolo unico e universale, sono in grado di rappresentare non soltanto una squadra di calcio, ma anche un’identità, un’appartenenza e una filosofia.
Un segno essenziale, forte e inconfondibile.
È un logo sviluppato con i princìpi (della psicologia, del design e della comunicazione) con cui si costruisce un’icona globale per questi tempi: capace cioè di esprimersi con forza in qualsiasi contesto fisico o digitale. Soprattutto, è un logo che si lascia con coraggio alle spalle i conformismi degli stemmi calcistici.
La nuova identità visiva: font e sue applicazioni
Cosa prevede, a livello di merchandising, questo cambio immagine?
Per utilizzare le parole di Silvio Vigato: “Come lo stadio è fatto di tifoserie diverse, così anche il merchandising deve potersi adattare ai gusti e alle disponibilità di tutti, spaziando da sciarpa e cappellino agli sci in carbonio”.
Cura in ogni dettaglio
Nulla (ovviamente) è stato lasciato al caso, neanche la scelta della location.
“La scelta di Milano deriva da un mix di diverse ragioni” ha confermato Silvio Vigato.”Innanzitutto logistiche, perché molto più prossima a determinati eventi e personalità. Inoltre il Museo della Scienza e della Tecnologia, un edificio recuperato con stili del passato, rappresenta il perfetto connubio tra tradizione e innovazione. Il giusto punto d’incontro tra gli universi di moda, arte, musica in cui solitamente non entriamo”.
Cosa ne pensiamo noi
La Juventus ha voluto iniziare a comunicare, ad un target più ampio possibile, che è anche lei cultura; che è calcio, ma non solo calcio.
Ma soprattutto che non si debba tifare Juventus, quanto piuttosto vivere Juventus.
Un modo di pensare che, in termini di comunicazione e branding, non fa una piega, qualsiasi sia la propria fede calcistica. Non vi pare?
Fonti
Juventus, Interbrand, Wired Italia, Eurosport
Un commento
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Posted on 11 Dicembre 2017 at 17:27[…] Juventus, che si è già rivelata essere una delle squadre che sa sfruttare al meglio i social network, […]